profilo Dr. Jekyll e Mr. Hyde
liberamente ispirato al racconto di Robert Louis Stevenson-
ideato e diretto da Giancarlo Sepe con Alessandro Benvenuti, Rosalinda Celentano, Alice ed Ellen Kessler

BENE E MALE: “due anime dimorano nei nostri petti”. Questo teorema ha attraversato i tempi, i luoghi, gli esseri umani che giocano con le cose, da tiranni e da re illuminati, indifferentemente, senza rispetto per nessuno: a turno si è mostri e servi fedeli. Si ama e si odia. Questo è uno spettacolo basato sul doppio, sulla trasformazione, sull’accostamento di due segni diversi, due colori che stridono. Gli anni del Dr. Jekyll e Mr. Hyde, sono gli anni di Jack lo squartatore, gli anni del grande successo dell’attore Richard Mansfield, che proprio nei primi giorni di agosto ( 1888 ) si esibiva al Liyceum di Londra, in una trasposizione teatrale del romanzo di Robert Louis Stevenson. In un suo celebre saggio sulla vocazione artistica, che trova consolazione nella passione che l’uomo riserva solo alle cose che ama, intravediamo il Dr. Jekyll , che stanco dell’accademismo e convinto dell’ eterogeneità dello spirito umano, cerca di dare corpo e fattezze all’altro lato del proprio animo, che langue, tenuto in soggezione dalle convenzioni e dagli scrupoli dettati dal peccato. Egli è come un artista che, amante della propria creatura, le da vita e l’accudisce, anche se si rivela una figlia snaturata, egli sa che proprio a lei si deve maggior cura. Jekyll persegue una vita diversa dalla sua, diversa dalla retorica del perbenismo: battezza, ama, protegge, odia e ammira la libertà di Hyde, in piena epoca vittoriana, invidia il suo coraggio. Come in una scena divisa in due parti, seguiamo i personaggi, ossessionati da un io camaleontico, in lotta con l’altra faccia della luna, del mondo. Ritroviamo dottor Jekyll in riva al mare, che sogna e si dispera, e sente l’aria dolce del sentimento. Segue i giovani e cade ai piedi della bellezza e della gioventù, spia una donna che ama e che rivede in altri luoghi: perversa e disumana, assassina. Canta alla luna, e balla con lei, ama non riamato. Odia ed è amato. La città di Jekyll è una città del peccato dove si muove un serial killer dell’ottocento, è una città fatta d’uomini divenuti mostri di egoismo, e di sontuose apparenze. Si ammazzano i poveri e si amano i ricchi, si mettono al mondo mostri e si bruciano angeli. Ci si trasforma in fragili lupi per difendersi, per non rischiare d’essere sopraffatti. Questo dualismo, quest’idea manichea del mondo, è la lotta tra il vecchio e il giovane, tra il passato e il futuro, tra musica e danza. La scoperta di un mondo sotterraneo che attiene a tutto il genere umano, il coraggio di vivere così come si è scoperto d’essere, e pagarne le conseguenze. Un viaggio nella sfera delle possibilità che si pongono davanti all’uomo, che non sempre può scegliere e che spesso diventa solo vittima. Londra 1888: in un vicolo è stato ritrovato il corpo di una prostituta martoriata da trentanove coltellate, il suo sangue lambisce la porta di un sotterraneo da cui provengono urla disumane, nel vicolo si affacciano giovani prostituti curiosi e donne dalla doppia vita, avvocati e politici , professionisti ossessionati dalla routine, alla ricerca di una verità diversa. Si odono rumori di carrozze che si squassano sulle strade umide e dissestate, insieme a voci di giovani da un club dove chi l’intrattiene, è uno strano personaggio basso e tozzo, che canta e dileggia le umane virtù. L’io e il suo doppio, l’io che lo trasforma, che vive in mezzo a noi, e di cui non sappiamo niente … Cosa è meglio, chi è più degno di un altro? Noi viviamo, amiamo, lavoriamo, balliamo, e cantiamo, ma tutto ciò sembra non bastarci mai. Meglio sfidare la gravità, il pericolo, la piattezza, la consuetudine, l’equilibrio, e giocare con la vita, col tuo corpo scosso con violenza dalla diversità. Cosa ci restituirà mai l’insensatezza della gioventù ? L’atmosfera è quella del fumetto d’autore, quello in bianco e nero, dove il sangue è come l’inchiostro, dove tra le musiche riecheggiano anche canzoni contemporanee, riarrangiate per lo spettacolo, e dove le danze nascono dall’estro dell’attore e dal fascino dei protagonisti, anche loro diversi, e assillati dal lato oscuro. Venti interpreti che cantano, recitano e ballano.

Giancarlo Sepe



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